Pietro Saccardo

Tipologia Fondo
Data cronica
1825 - 1903
Note
Con atti dal 1588
[VUOTO]

Tipologia

Fondo

Storia istituzionale/Biografia

Pietro Saccardo nasce da Andrea, di professione medico, e Carolina Coppano il 28 settembre 1830 a Venezia dove la famiglia, originaria di Selva del Montello (TV), si era stabilita al principio dell’800.
Le notizie sulla sua formazione culturale sono poche. Dopo aver frequentato il liceo a Venezia, si iscrive nel 1849 all’I.R. Università di Padova. Non frequenta però i primi due anni l’Ateneo di Padova, essendo iscritto come privatista.
In questi particolari anni, infatti, in conseguenza dei moti del ’48 sono sospese le lezioni universitarie e viene autorizzato “l’insegnamento privato”, cioè un “maestro privato” idoneo e abilitato a tale tipo di insegnamento, impartisce lezioni in preparazione degli esami, a studenti residenti nella sua stessa provincia. Il maestro di Saccardo è Girolamo de Mattia di Venezia. Nell’anno accademico ’51-’52, corrispondente al terzo ed ultimo di frequenza, Saccardo è iscritto regolarmente come “pubblicista”, vale a dire che segue le lezioni a Padova; suoi docenti sono Domenico Turazza, Raffaele Serafino Minich, Antonio Bernati, Leopoldo Lavelli, Giusto Bellavitis, Gustavo Bucchia e Pietro Maggi. Il 30 aprile 1853 consegue la laurea in matematica.
Dopo la laurea segue l’iter che era comune all’epoca per diventare ingegnere, seguendo alcuni anni di tirocinio, prima di sostenere gli esami per esercitare la libera professione di “ingegnere-architetto civile”. Saccardo sembra abbia lavorato intorno al 1858 con l’Ingegner Domenico Graziassi, prima di esercitare in proprio.
Nel 1860 sposa a Massone di Arco (TN) la nobile trentina Rosanna degli Angelini, da cui ebbe undici figli, il secondo figlio, Francesco (1862), divenne giornalista e direttore de “La Difesa”. Nello stesso anno inizia la sua attività di professionista.
All’inizio della sua carriera, viene eletto fabbriciere di S. Marco per la parte artistica. A tale attività in Basilica, egli si dedica per ben quaranta anni, divenendo, nel 1878, direttore dei restauri. Mantiene questo incarico fino al 1902 quando, in seguito al crollo del campanile di S. Marco, viene ritenuto tra i responsabili dell’accaduto e dispensato, per Decreto prefettizio, dall’ufficio di Proto della Basilica.
Dal 1865 fa parte del Comitato diocesano di vigilanza per l’ornato dei luoghi sacri e l’anno successivo istituisce la scuola del mosaico sacro per mantenere viva un’arte ritenuta emblematica del luogo di culto.
Nel 1874 diviene membro dell’Ateneo Veneto e, sempre nello stesso anno, partecipa al I congresso cattolico italiano svoltosi a Venezia, per il quale lavora sia in fase preparatoria come in fase esecutiva, quale socio per la V sezione per l’arte cristiana.
Oltre all’impegno per S. Marco svolge attività professionale di cui si ricordano gli interventi su: palazzo Mocenigo a S. Stae, Ca’ Venier a S. Stefano, con l’inserimento di uno tra i primi ascensori, e il nuovo asciugatoio per l’ospedale di Venezia.
Nella costruzione e restauro degli edifici sacri va ricordata la nuova chiesa di Ostiglia del 1980, oltre agli interventi alle chiese veneziane di S. Moisè e Ss. Giovanni e Paolo, alla Scuola Grande di S. Rocco dove restaura la copertura ricoprendola con lastre di piombo e introduce una tassa d’ingresso per garantire perennemente il sostegno economico alla manutenzione.
Nel 1882 gli viene conferito, “per le tante sue benemerenze per l’arte e per i monumenti patrii”, il titolo di Accademico d’onore della R. Accademia di Belle Arti.
Altri riconoscimenti onorifici sono quelli di Cavaliere dell’Ordie dei Santi Maurizio e Lazzaro nel 1887 e di Commendatore dell’Ordine Pontificio di S. Gregorio Magno nel 1888.
Muore a Venezia il 21 novembre 1903.
(cfr. A. Mantovani, Pietro Saccardo. 1830-1903, tesi di laurea in architettura, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, a.a. 1985-86, rel. ch. prof. Giandomenico Romanelli; E. Vio, Pietro Saccardo (1830-1903) proto di S. Marco: una nuova cultura del restauro, «Atti Classe di Scienze Morali Lettere ed Arti», 147 (1988/1989), p. 535-567)

Storia archivistica

Alla morte dell’ing. Pietro Saccardo l’archivio, prodotto nel corso degli anni nell’esercizio della sua molteplice attività professionale, rimase agli eredi che ne conservarono l’integrità per circa un secolo presso villa Raspi di Chirignago (bombardata il 7 ottobre 1944)
fratello Giovanni (1824-1888), giornalista e gesuita; figlio Francesco (1865-1931) giornalista, storico, direttore del quotidiano cattolico veneziano “La Difesa” (1898-1917).
Negli anni ’70 del ’900, venduta la villa Raspi, l’archivio veniva recuperato da Rosanna Saccardo, figlia di Ignazio, penultimo genito dei figli dell’ing. Saccardo, che ne segnalava l’esistenza alla Soprintendenza archivistica del Veneto (notificato di notevole interesse storico con dichiarazione della Soprintendente archivistico del Veneto,  dott.ssa Maria Francesca Tiepolo, 15.6.1974).
Il 22 novembre 2001 Rosanna Saccardo consegnava all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti una lettera d’intenti con la quale si impegnava a depositare l’archivio di Pietro Saccardo allo scopo di “dar modo agli studiosi di conoscere una parte della storia edificatoria di Venezia”, in particolare “quella riguardante i criteri di restauro per la conservazine della città e l’edilizia, soprattutto religiosa, in e fuori Venezia”. A questa lettera d’intenti rispondeva il presidente dell’Istituto Veneto, prof. Bruno Zanettin, in data 27 novembre 2001, confermando la disponibilità dell’Istituto e l’avvio della procedura per il deposito e, contestualmente, l’organizzazione di una giornata di studio per promuovere l’indagine sull’attività scientifica, professionale e culturale dell’ing. Pietro Saccardo.
Con scrittura privata, in data 5 febbraio 2002, Rosanna Saccardo depositava presso l’archivio presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
Nel 2003 ebbe inizio la schedatura delle 41 buste, ad opera della dott.ssa Silvia Miscellaneo (bb. 1-29), archivista professionista, e Giovannella de Angelini Venturini (bb. 30-41), pronipote dell’ing. Saccardo.

Descrittori


Bibliografia

Un parziale spoglio dei documenti si trova in appendice a A. Mantovani, Pietro Saccardo. 1830-1903, tesi di laurea in architettura, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, a.a. 1985-86, rel. ch. prof. Giandomenico Romanelli.

Ente

Inventario